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Ventiquattro anni dopo l'abiura di Galileo Galilei al Sant'Uffizio, in Francia si pubblica una singolarissima difesa della teoria eliocentrica e della pluralità dei mondi: non un trattato né un libello, ma la prima vera storia di fantascienza, scritta da Savinien Cyrano de Bergerac, libertino, scienziato, alchimista e spadaccino. Il libro racconta di un comico viaggio spaziale prendendo a pretesto il mondo celeste per farsi beffe di costumi sociali e culturali ben più terreni: i buffi esseri che popolano la luna sono così poco disposti ad ammettere che il loro mondo sia il satellite di un pianeta minore, da accusare il protagonista - un terrestre - di eresia. Italo Calvino ha definito "Gli Stati e gli Imperi della luna" «una giostra d'invenzioni», e secondo l'autore di "2001: Odissea nello spazio", Arthur C. Clarke, gli andrebbe riconosciuta la paternità del volo spaziale a propulsione. È un racconto che mischia il pensiero magico-filosofico secentesco con le nuove nozioni scientifiche per schernire la società del tempo e dare omaggio alla libertà di parola, qui proposto insieme al libro gemello "Gli Stati e gli Imperi del sole".